Assegni, ecco tutto quel che c’è da sapere

Assegni, ecco tutto quel che c’è da sapere

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In pillole

  • L’assegno è ormai poco diffuso, ma ci sono occasioni in cui si usa ancora come metodo di pagamento, come nell’acquisto di un immobile.
  • Gli assegni si dividono in due categorie: assegno bancario e assegno circolare, quest’ultimo favorito nelle transazioni di una certa consistenza.
  • Per evitare le contraffazioni e gli utilizzi illeciti, l’attività di emissione e di gestione degli assegni è disciplinata dalla legge e dalla normativa di vigilanza.

 

Se hai meno di 40 anni e non hai mai acquistato una casa, potresti non averne mai utilizzato uno in vita tua. Anzi, probabilmente non ne hai nemmeno un “blocchetto” in casa. Stiamo parlando del caro vecchio assegno, uno strumento di pagamento alternativo al contante che era molto diffuso fino a qualche decennio fa: un “foglietto” di carta prestampato, con tanto di nome della banca che lo ha emesso.

Utilizzandolo, puoi ordinare alla tua banca di versare una determinata somma di denaro a favore di un’altra persona, fisica o giuridica, che è il beneficiario dell’assegno stesso, il quale a sua volta può riscuoterlo presentandosi allo sportello della banca che lo ha emesso.

Ora, con la diffusione dell’home banking e dei bonifici istantanei – più rapidi e sicuri – questa modalità di pagamento è sempre meno utilizzata per le transazioni quotidiane. Ma in certi casi l’assegno ha ancora ragione d’esistere, come – lo abbiamo accennato – nella stipula del rogito per l’acquisto di un immobile, quando il pagamento avviene al momento del rogito con assegni circolari intestati al venditore. Ma procediamo con ordine.

 

 

Assegno ordinario e circolare: quali differenze?

 Gli assegni si dividono in due categorie: assegno ordinario e assegno circolare.

  • Assegno bancario: Attinge al denaro disponibile sul conto corrente, quindi per emetterlo devi essere correntista e aver richiesto alla tua banca il carnet o blocchetto degli assegni. Per utilizzarlo è sufficiente compilare i campi con i dati richiesti: luogo, data, importo, nome del beneficiario e naturalmente la tua firma.
  • Assegno circolare: Per il beneficiario generalmente rappresenta una modalità di pagamento più sicura rispetto all’assegno bancario, perché sa che la banca lo rilascia solamente dopo essersi sincerata che i soldi indicati nel documento effettivamente ci sono. E la banca ne è certa o perché tali risorse sono presenti sul tuo conto o perché gliele hai appositamente depositate, se non sei cliente presso quella banca. Ciò garantisce la copertura dell’assegno.

L’assegno circolare è la scelta preferita quando la transazione ha per oggetto una cifra di una certa consistenza, come succede per esempio per l’acquisto di un immobile.

 

 

Qualche accorgimento in più non fa mai male

Dal momento che l’assegno può essere riscosso dal beneficiario semplicemente presentandolo allo sportello della banca, è soggetto per sua natura ad alcuni rischi (contraffazione, furto o utilizzo ai fini del riciclaggio di denaro). Proprio per questi motivi, l’attività di emissione e di gestione degli assegni è disciplinata dalla legge e dalla normativa di vigilanza. In particolare, il decreto legislativo 231/2007 (e successive modificazioni) ha previsto requisiti più stringenti per l’uso degli assegni bancari.

Vediamo allora alcune cose da sapere.

 

 

Istruzioni per un uso corretto

  1. È vietato trasferire tra privati – senza, cioè, avvalersi dei soggetti autorizzati come la banca – assegni senza indicazione del beneficiario di importo complessivamente pari o superiore a 3.000 euro.
  2. Gli assegni bancari, circolari o postali di importo pari o superiore a 1.000 euro devono sempre riportare la dicitura “non trasferibile”, oltre alle consuete indicazioni di data e luogo di emissione, importo e firma. Oggi gli assegni sono emessi già con l’indicazione prestampata della clausola "non trasferibile", salvo esplicita richiesta contraria del cliente (che comunque deve obbligatoriamente aggiungere la clausola se la somma supera i mille euro).
  3. Per ogni assegno rilasciato o emesso senza la dicitura “non trasferibile”, la legge prevede il pagamento di un’imposta di bollo di 1,50 euro, che la banca versa allo Stato.
  4. In caso di mancata indicazione della clausola “non trasferibile” su assegni di importi superiori ai mille euro, la sanzione varia da 3.000 a 50.000 euro.

 

 

Cose che bisogna sempre controllare

  1. Che l’assegno sia compilato correttamente in tutte le sue parti; quindi, data (effettiva) e luogo di emissione, importo, firma.
  2. Che riporti sempre il nome del beneficiario e – se pari o superiore a mille euro – la clausola “non trasferibile”.
  3. Che sia integro e non rovinato: eventuali abrasioni potrebbero indicare tentativi di falsificazione.
  4. Che non abbia un angolino tagliato: solitamente, infatti, la banca taglia un angolo una volta che l’assegno è incassato per evitare che lo stesso assegno venga incassato più volte.

 

 

Assegno: uno strumento che è importante conoscere

Conoscere la differenza tra assegno bancario e assegno circolare e capire quale è il più adatto in base alla specifica situazione è fondamentale per garantirsi transazioni sicure e senza intoppi: può proteggere dai potenziali rischi e assicurare una gestione finanziaria più efficace e soddisfacente.

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Articolo realizzato in collaborazione con   Feduf Fondazione per l'Educazione Finanziaria e al Risparmio

Le informazioni contenute negli articoli sono prodotte da Banca Mediolanum in collaborazione con FEduF, escludono qualsiasi forma di consulenza e hanno scopo puramente informativo.

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