Ritrovare l'equilibrio
"Il 18 marzo di quest'anno quando i titoli tecnologici hanno toccato un picco storico, le azioni di società che fanno commercio online avevano guadagnato l'88,9% in 12 mesi, i titoli del settore biotecnologico erano in rialzo del 65,7%. A quel punto i protagonisti del commercio online avevano raggiunto quotazioni di Borsa pari mediamente a 158 volte i loro utili e 5,7 volte i loro fatturati. Nel settore biotech i prezzi delle azioni in Borsa avevano raggiunto un rapporto price/earning pari a 44, e il valore dei titoli era a 19 volte i fatturati medi”. A scriverlo era la Repubblica citando un pezzo del Wall Street Journal del 18/03/2014 nel quale il giornalista Jason Zweig in un periodo di buon rialzo dei mercati evidenziava quanto in quella apparente quiete vi fossero settori che brillavano sviluppando un'euforia che presto avrebbe contagiato la massa degli investitori. Questi settori erano il commercio online e il Biotech. Zweig aveva notato la disparità che si stava creando tra una manciata di titoli e l'indice S&P500 che invece rappresenta gran parte dell'economia, un'esagerazione che trovava la sua acme nel biotech dove in quel periodo 10 titoli erano arrivati a capitalizzare mille volte i loro fatturati, ma nessuna di queste aziende aveva ancora visto un dollaro di utile.
A 10 anni da quell'episodio ci ritroviamo in un'esperienza simile. I "Magnifici 7" e i titoli dell'AI sono oggi temi molto divisivi anche nelle valutazioni. Alcuni li considerano i protagonisti incontrastati del futuro, altri invece pensano che abbiano corso troppo (come i biotech nel 2014) e abbiano ancora tutto da dimostrare. Il Financial Times del 2 gennaio, primo numero del 2025, mette in prima pagina NVIDIA "la società investe 1 miliardo di dollari in start-up basate sull'AI che cavalcano la rivoluzione avviata dai suoi chip", e mentre la gran parte delle banche d'affari sta aggiornando verso l'alto i target di crescita di questa società, Dan Ives di Wedbush (il più ascoltato nel settore tech) prevede che nel 2025 c'è spazio per un upside del 25% aggiungendo che Apple, Microsoft e Nvidia raggiungeranno la capitalizzazione di 4 trilioni di dollari (fonte Barron’s dicembre 2024), uno stato di eccitazione che trascura lo stato di sbilanciamento che per esempio nel 2024 ha visto questo settore che nello SP500, l'indice più importante del mondo, pesa per poco più del 10% (fonte Yahoo! Finance), avere talmente tanta forza da realizzare da solo tutto il rialzo dell'anno, che oggi l’ha portato ad avere una valutazione superiore al 30% dell’indice più importante al mondo (fonte MF 10/01/2025). L'altra faccia della medaglia sono 493 titoli che sono rimasti fermi o sono scesi, e molti dei quali sono probabilmente sottovalutati nei loro fondamentali. Un tema importante e delicato non sempre compreso negli outlook delle banche d'affari internazionali.
Wells Fargo, per esempio non parla di squilibri o esuberanza, ma cita l'Ai ipotizzando grandi progressi specifici per Grok di Elon Musk e per Llama 4 di Meta. SaxoBank indica tra le note potenzialmente positive il boom dell'elettrificazione che pone fine all'Opec, o il primo cuore umano biostampato che apre una nuova era di longevità, o la Cina che con 50 trilioni di incentivi rilancia la sua economia (fonte articolo del 3 Dicembre 2024). A differenza di Wells Fargo, Saxo dedica un capitolo a Nvidia preconizzando un 2025 radioso con la possibilità che la società possa doppiare la capitalizzazione di Apple.
Goldman Sachs vede l'inflazione in calo, il Pil Usa in crescita e un indice S&P500 previsto in crescita del 10% grazie al traino di crescita economica e degli utili societari. (fonte Investing.com)
Sullo S&P500 si cimentano tutti, persino Morgan Stanley (fino a poco tempo fa la banca più pessimista a WS) che nello scenario più ottimista vede lo S&P500 allungare fino a 7.400 (fonte Corriere Economia 09/12/2024). Un aspetto che deve far riflettere. Insieme all'eccessivo entusiasmo per Nvidia, il Financial Times sotto il titolo eclatante aggiunge delle riflessioni: il gruppo sta accumulando 9 trilioni per affrontare la concorrenza e concentrarsi sui ricavi futuri, a tutto questo si aggiungono i possibili problemi di antitrust che in un attimo potrebbero mutare l'umore degli investitori.
Zweig concludeva la sua analisi con una riflessione: "non c'è dubbio che i profitti potenziali derivanti dalle ricerche scientifiche delle biotech siano enormi. Ma allo stesso modo nel 1999 non c'era dubbio che Internet avrebbe avuto un boom, e in effetti lo ebbe". La grande differenza fu nei singoli titoli, Amazon fu un buon investimento, ma molti altri titoli di moda no. Passano gli anni e passano le mode, ma l'unica strategia per proteggersi da questi rischi rimane sempre la diversificazione, una medicina che difende anche dalle illusioni.
I MAGNIFICI 7 – è la definizione che comprende un gruppo di grandi aziende a Wall Street che oggi sono Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla. In questo momento sono considerati i titoli leader della rivoluzione legata dalla AI. Una trasformazione che per ora è solo una promessa.
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