L'opinione di Mediolanum

La recessione non c'è

Secondo il New York Times la forma "soft landing", cioè "atterraggio morbido", cominciò a essere utilizzata in relazione all'economia dopo il successo del programma Apollo nel 1969. Se la NASA era riuscita nell'impresa estremamente difficile di far atterrare dolcemente un veicolo spaziale sulla Luna, la Federal Reserve avrebbe potuto fare altrettanto con l'economia, controllando l'elevata inflazione che affliggeva la società negli anni '70 senza creare un crollo economico. Fu un esercizio delicato e molto complicato che riuscì solo negli anni '80. Oggi invece l'atterraggio morbido è possibile e sono in molti a crederci!

È una bellissima notizia soprattutto se pensiamo a com'era cominciato l'anno e a quali erano gli outlook a fine 2022: preannunciato dalle principali agenzie di stampa come un anno difficile nel quale solo l'andamento dei mercati si pensava potesse migliorare, economisti e investitori erano rassegnati a vivere un 2023 in cui la recessione economica sarebbe stata inevitabile. Nella realtà dei fatti proprio la recessione costringerà le banche centrali a fare dietrofront sui tassi riportando gli investitori a comprare sia bond sia azioni. 

Solo Jim Paulsen di The Leuthold Group espresse la propria voce fuori dal coro. Intervistato da bloomberg tv a dicembre 2022 disse "c'è troppo pessimismo sui mercati, i minimi sono arrivati e penso che stiamo iniziando un nuovo mercato rialzista". Le sue furono previsioni inascoltate, soprattutto dopo i fatti di marzo quando un gruppo di banche usa, prima tra tutte Silicon Valley Bank, entrò in crisi e attraverso il fenomeno del "bank run" rischiò di creare un’escalation di fallimento con panico generalizzato. Poi, grazie alla resilienza economica, alla solidità degli istituti finanziari e alla saggia direzione delle banche centrali, la debolezza venne circoscritta e superata in breve termine. Un incidente di percorso su un sentiero di sorprendente crescita.

A leggere i titoli dei giorni scorsi del Sole 24 Ore "Borse globali a un passo dal record" (26/11/2023), "il pil USA cresce oltre le attese: +5,2% in Germania l'inflazione scende al 3,2%" (30/11/2023), "Eurozona, l'inflazione a quota 2,4% risultati da primato per le borse" (01/12/2023) il grigiore di inizio anno è cancellato. I numeri lo confermano, per le borse sono tutti rialzi a doppia cifra: S&p500 +18%, Nasdaq100 +44%, Parigi +13%, Nikkei +28%, persino l'indice Dax segna +16%, nonostante la Germania sia una delle poche eccezioni in lieve recessione.

Certo, analisi approfondite evidenziano che senza il contributo aggiuntivo delle "magnifiche 7" (Amazon, Apple, Google, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla) l'indice S&P500 si ritroverebbe a 3.900 contro i 4.567 attuali (chiusura del 30/11/2023), con un guadagno da inizio anno che si ridurrebbe al 2%. Ma, per quanto i numeri non si possano contestare, sono critiche veniali, perché la storia dei mercati dimostra che ogni ciclo di borsa ha diversi market mover e diverse società che cavalcano il progresso economico e fanno da traino agli indici finanziari. Questo principalmente è il ciclo della tecnologia e dell'AI, quelli che comunemente vengono definiti i "mega trend".

 

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Anche per l’Italia, che già aveva perso la guida di Mario Draghi, il 2023 non iniziava nel migliore dei modi! Nel primo numero dell’anno il Financial Times titolava in prima pagina: "ecb interest rate rises expose italy as eurozone's weaknest link", evidenziando il ritorno del problema del debito e in particolare del più rischioso: quello italiano. In sintesi, interpellava molti economisti sullo stato dell'economia e delle finanze dei paesi UE alla vigilia di un'importante stretta monetaria, e 9 economisti su 10 indicavano l’Italia come l'anello debole dell’Europa, a dir loro il paese con il maggior rischio di subire il sell-off sui mercati dei titoli di stato.

Ma le previsioni sono fatte per essere smentite, e anche i prestigiosi economisti del FT non sfuggono a questo assioma: oggi possiamo dire che l’Italia non ha causato nessuna crisi, anzi chiude quest'anno con risultati economici soddisfacenti, specie se paragonati a paesi maggiormente favoriti come la Germania. Il quadro clinico è quello di un paese che si dimostra capace di reagire alle difficoltà, anche il settore bancario più volte affaticato da una serie di disavventure ritorna a brillare, ed è proprio grazie alla crescita delle banche che l'indice di piazza affari nel 2023 segna un rialzo del +25%.

Ora le attese sono tutte per il soft landing, per una strutturale discesa dell'inflazione e per un'inversione di tendenza sui tassi d'interesse. Sarà così? A guardare l'economia si nota ancora un forte sostegno da parte della politica fiscale, gli Usa marciano robusti grazie al piano IRA di Biden, l'Europa e l'Italia fruiscono del sostegno dei PNRR e ora anche il Giappone avrà il suo piano di stimoli che va sotto il nome di NISE (un insieme di agevolazioni fiscali e di investimenti) che unito al nuovo bazooka economico di Kishida sarà combustibile per un paese che si sta risvegliando da un lungo letargo. 2024? Sperare si può.

IRA: è l'acronimo di Inflation Reduction Act, un piano per rilanciare la manifattura USA e per supportare la decarbonizzazione degli Stati Uniti. Un piano fortemente voluto dal Presidente Biden incentrato prevalentemente sulla transizione energetica attraverso il potenziamento delle infrastrutture per l'energia pulita. I numeri sono importanti perché l'IRA ha un budget di circa 1.000 miliardi di dollari attraverso agevolazioni fiscali e sussidi per un periodo di 10 anni. Come per il nostro PNRR anche l'IRA è figlio del Covid, è la dimostrazione che dalle difficoltà possono nascere grandi opportunità.

 

 

AVVERTENZA LEGALE: questo è un foglio di informazione aziendale con finalità promozionali che riflette le analisi, effettuate da Banca Mediolanum, sulla base dell’attuale andamento dei mercati finanziari il cui contenuto non rappresenta una forma di consulenza nè un suggerimento per gli investimenti.
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