L'opinione di Mediolanum

Settembre

“Do you remember. The 21st night September? Love was changing the minds of pretenders…” comincia così uno dei pezzi disco più famosi degli anni Settanta. Maurice White, il frontman degli Earth Wind & Fire, raccontò che quella data nel primo verso della canzone non aveva un significato particolare, l’ispirazione gli venne in una stanza d’albergo a Washington nel corso di una protesta dove i manifestanti gridavano e si tiravano oggetti e da lì il brano si sviluppò naturalmente. Erano gli anni Settanta e quelle scene erano un’immagine tipica di quel decennio. Un periodo economicamente molto buio e difficile fatto di crisi energetica, crisi lavorativa, iperinflazione e alti tassi d’interesse. Scenari che sono tornati in mente nel settembre di un anno fa quando il prezzo del gas aveva toccato il livello stratosferico di 340 euro per Megawattora1 sul listino Ttf di Amsterdam. Quei prezzi avevano suscitato più di una preoccupazione e avevano rievocato le problematiche domeniche a piedi causate dal record dei prezzi del petrolio. Il pensiero dominante era “passeremo l’inverno al freddo e non avremo soldi per pagare la bolletta”. Questo era solo uno dei problemi emersi nel 2022, anno in cui era scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina ritenuta dal mainstream causa scatenante anche dell’impennata dell’inflazione. Un anno fa a Jackson Hole, l’evento che simboleggia la fine dell’estate e l’inizio delle attività, il presidente della Fed Jerome Powell disse che ci aspettava un periodo difficile e di sofferenza, che il lavoro sui tassi era ancora lungo e che per sconfiggere l’inflazione sarebbe servita una crescita negativa dell’economia. Un mix di ingredienti velenosi a cui si dovevano aggiungere l’incertezza dell’esito elettorale in Italia e un ipotetico (ma quanto mai remoto) default in UK. Uno scenario da brividi che un anno dopo è quasi totalmente dimenticato perché in gran parte i problemi o sono stati risolti o attenuati, a cominciare dal prezzo del gas dove ogni tanto si sente qualche sussulto a causa di crisi locali ma il prezzo è poco sopra i 30 euro, un decimo rispetto a un anno fa.


È stata un’estate meteorologicamente molto calda e con rari ma dannosi eventi estremi, questa del 2023, ma sui mercati i rischi della stagionalità sono stati inavvertiti o subito tamponati. Tra le altre note positive c’è il costante calo dei prezzi al consumo e se anche non sono stati ancora raggiunti gli obiettivi posti dalle banche centrali, quest’anno da Jackson Hole Powell ha usato toni più da colomba che da falco. Undici rialzi consecutivi dei tassi d’interesse in USA cominciano a sortire i loro effetti e anche i rendimenti sui titoli di stato superiori al 5% fanno presupporre che gran parte del lavoro è stato compiuto. Sono rendimenti che hanno fatto esclamare a Elon Musk un “no brainer” che si può tradurre in un “non c’è bisogno di essere Einstein per capire che sono convenienti”. La notizia tuttavia più eclatante è che la recessione tanto paventata quasi chiamata, non è pervenuta anzi, secondo GdpNow, l’indicatore della Fed di Atlanta, per il terzo trimestre è prevista un’accelerazione della crescita fino a quasi il 6%. Nonostante molte cose volgano al meglio bisogna ricordare che settembre non è solo il momento della ripartenza ma è anche un mese statisticamente ricco di sorprese e insidie, a molte luci si contrappongono alcune ombre. Per esempio la guerra Russia-Ucraina tutt’altro che terminata e a rischio escalation, il provvedimento sugli extra profitti del governo Meloni, di per sé non gravoso ma che nei modi potrebbe indispettire gli investitori internazionali, la debolezza economica della locomotiva tedesca che potrebbe frenare tutta l’Europa, e infine su tutte il grande dubbio cinese: un grande bluff economico o semplicemente una pausa di un lungo percorso? La crisi di Evergrande e il chapter 15 hanno riacceso i riflettori e le preoccupazioni sul gigante asiatico. Una fase difficile che sembra rimettere tutto in discussione. Secondo i più grandi esperti sinologi le ambizioni e la strategia di Xi Jinping si può sintetizzare in due punti: dopo una prorompente crescita dovuta alla globalizzazione ora l’obiettivo è di planare su una crescita più lenta ma stabile nel tempo. Il secondo è di espandere la ricchezza del paese dalle città ricche della costa al profondo entroterra. Un programma che necessita di tempo e pazienza. Virtù necessaria a tutti gli investitori che decidono di investire su un paese che ha il futuro davanti.


CHAPTER 15: fino a oggi abbiamo conosciuto solo il “capitolo 11” e subito la memoria corre al grande fallimento della Lehman Brothers, ma il codice fallimentare americano comprende altri capitoli. Il numero 15 è stato introdotto nel 2005 e prevede la cooperazione tra tribunali statunitensi e tribunali stranieri, quando le procedure fallimentari estere toccano gli interessi finanziari degli Stati Uniti.

Ne ha fatto richiesta il colosso cinese Evergrande che ha tenuto a precisare che questa normale procedura di ristrutturazione del debito offshore (circa 32 mld di dollari2) non comporta istanza di fallimento.


1Sole24Ore, 29/08/2023

2MarketScreener con Reuters – 2023, 18/08/23



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