L'opinione di Mediolanum

Corsi e ricorsi di Jackson Hole

"Il momento è arrivato per aggiustare la politica (monetaria). La direzione del viaggio è chiara e la tempistica e il passo dei tagli dei tassi dipenderà dai dati in arrivo, dall'outlook in evoluzione e dall'equilibrio dei rischi. Con il venire meno appropriato della politica stringente, ci sono buoni motivi per pensare che l'economia tornerà a un'inflazione al 2% mentre si mantiene un mercato del lavoro forte. Il livello attuale dei tassi ci dà ampio spazio per rispondere a ogni rischio che potremmo affrontare, incluso il rischio di indebolimento del mercato del lavoro...". queste parole di speranza che sul finire dell'estate sembrano segnare l'inizio di una nuova bella stagione per l'economia, sono state dette venerdì 23 agosto da Powell durante l'annuale simposio di Jackson Hole: una sferzata che dagli investitori è stata interpretata come la fine dell'inverno sui tassi, o più semplicemente che le restrizioni, gli aumenti, la severità ora devono lasciare il passo alla generosità, a una manica più larga e a una maggiore indulgenza. Così ha voluto recepirlo Wall Street che immediatamente ha lanciato la corsa dei tori terminando la seduta con un rialzo superiore all'1% che cancellava totalmente le incertezze della vigilia e soprattutto allontanava gli incubi di un mese di agosto che nei primi giorni aveva offerto più di una preoccupazione. 

Anche per questi accadimenti il simposio è diventato una data fondamentale da segnare in tutte le agende economiche. Ma Jackson Hole non è sempre stata così importante: la cittadina ai piedi dei monti Teton nel Wyoming era nota solo per ospitare una tappa della Coppa del Mondo di sci e per un festival cinematografico, è dal 2008 con la grande crisi finanziaria mondiale, e in particolare dal 2010 con le brillanti iniziative dell'allora presidente della Fed Ben Bernanke, che diventa quasi un luogo di culto. Per ricordare e capirne l'importanza, nel 2008 poco prima del fallimento della Lehman Brothers e dopo il salvataggio di Bear Sterns; Bernanke sottolineò la lentezza delle misure per arginare i rischi sistemici e l'assenza di un coordinamento globale per affrontarli. Ma è il 2010 l'anno che fa diventare questo luogo una delle capitali dell'economia mondiale, perché proprio da qui sempre Bernanke con queste parole mandò in visibilio Wall Street: "il problema in questa fase non è se abbiamo gli strumenti per aiutare a sostenere l'attività economica ma è proteggerci dalla disinflazione". Da qui il lancio di un nuovo QE (Quantitative Easing), lo strumento di ingegneria finanziaria che darà lo slancio a 10 anni di toro sui mercati.

Non dobbiamo confonderci, parole e azione di Bernanke arrivavano dopo una gravissima crisi e una profonda recessione che avevano costretto ad agire con numerosi tagli che avevano portato il livello dei tassi d'interesse da una quota superiore al 5% fino a zero1. Oggi le intenzioni di Powell sono una promessa di qualche taglio in un contesto economico tutt'ora soddisfacente.

Abbiamo vissuto un'estate ad alta volatilità, con ribassi generalizzati superiori al 10%, culminata lunedì 5 agosto con il -12% del Nikkei2 che sarà ricordato come il "black monday" del Giappone. Dal giorno dopo, in punta di piedi, è cominciato il recupero che ha trovato il suo apice nelle parole di Powell di venerdì 23 agosto. Per i media la salvezza è nei tagli, per la logica dei mercati è invece la forza dell'economia. Ricordiamoci sempre che una lunga sequenza di tagli spesso precede una recessione.

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L’occhio ottimista può notare che questa volta Powell ha usato parole ben diverse da quelle del drammatico discorso del 2022 "tassi più alti innescheranno difficoltà per famiglie e imprese, ma non agire comporterebbe conseguenze ancora più sgradevoli", sembrava l'inizio di un inverno rigido, in verità si rivelerà un inverno mite un po' come quelli che siamo abituati ad affrontare in queste stagioni ballerine. Ma sono ben diverse anche rispetto a quelle del 2018 quando in piena espansione economica disse "vedo l'attuale cammino di un rialzo graduale dei tassi come l'approccio giusto per tenere conto seriamente di due rischi, procedere troppo rapidamente accorcerebbe senza bisogno l'espansione, muoversi troppo piano rischia un destabilizzante surriscaldamento". Oggi potremmo essere nel mezzo dei due episodi passati. Resta un fatto, i tassi bassi sono una notizia che può far piacere a tutti, ma l'economia che continua a espandersi, nella logica dei mercati, lo è sicuramente di più.


QE – è la sigla che indica il Quantitative Easing, cioè uno strumento non convenzionale di politica monetaria espansiva usato dalle Banche centrali principalmente per stimolare la crescita economica, l’occupazione, l’inflazione e per sostenere i mercati attraverso l’immissione di liquidità. In termini più semplici è uno stimolo monetario che le Banche Centrali danno attraverso lo stampaggio di denaro usato per comprare attività di mercato.


1global-rates.com

2Sky tg24 del 12/08/2024


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